domenica 4 ottobre 2009

Disastro a Messina

http://admontes.blogspot.com/2009/10/la-voce-della-natura.html

Il fatto anomalo di questi ultimi tempi non sta nel succedersi di eventi come terremoti e piogge intense, ma nell'impatto disastroso oltre ogni limite che questi hanno sul territorio italiano. La causa dei fatti luttuosi e distruttivi del terremoto dell'Aquila e dell'alluvione di Messina è infatti da ricercarsi non nell'eccezionalità del fenomeno naturale, che solo una falsa coscienza autoassolutoria tenta di classificare nella categoria delle catastrofi naturali imponderabili, ma nel profondo degrado che si è prodotto intenzionalmente nel territorio, nel tessuto sociale e nell'irresponsabile agire personale per conseguire il profitto a tutti i costi. Tre cose che si autoalimentano perversamente fino a quando un qualsiasi evento meteorologico o sismico, ampiamente prevedibile, è sufficiente per vanificare ogni illusorio guadagno che si pensa di aver conseguito, annullato dagli enormi costi in termini di vite umane, costi economici derivanti dalla distruzione del tessuto abitativo, delle infrastrutture, del turismo, delle attività economiche e via elencando.Ai colpi inferti al fragile territorio italiano, ormai sull'orlo del collasso ambientale, lo stato risponde da un lato con una vuota e roboante retorica mass-mediale mentre dall'altro vara subdolamente leggi e leggine costantemente orientate alla destrutturazione e deregolamentazione di ogni attività di trasformazione del territorio stesso, con la scusa della semplificazione amministrativa. Si giunge così a rendere lecito l'illecito grazie anche al costante ricorso ai condoni. Ma se si costruisce su faglie attive (e con materiali scadenti) come all'Aquila o sbarrando e strozzando i corsi d'acqua come si vede a Messina in queste ore, la colpa non è tutta delle amministrazioni pubbliche, ma anche del vorace appetito con cui i singoli cittadini, costruttori o proprietari vogliono a tutti i costi lucrare sulla rendita immobiliare trasformando a velocità impressionante i terreni agricoli (ormai visti solo in prospettiva edificatoria) in aree da edificare, legalmente o illegalmente (tanto poi arrivano i condoni a sanare) producendo una selvaggia urbanizzazione di ogni luogo.L'aspetto più grave su cui però colpevolmente si tace di più è che il crescente degrado ambientale e territoriale, una volta endemico al sud, è arrivato ormai tranquillamente anche nelle nostre regioni centrali e con esso va aumentando anche il degradarsi della società, del senso di responsabilità civile e dell'affarismo che occupa le istituzioni di governo come comuni e provincie.La voce della natura, che si manifesta attraverso gli eventi naturali, rappresenta l'avvertimento più efficace per chi ha a cuore l'esistenza in un mondo in cui vivere sia degno di felicità e di umanità per ognuno di noi e specialmente per i nostri figli. Non lasciamolo per ignavia in mano ai predatori che per miope loro guadagno sono disposti a distruggere la stessa natura e con essa ogni nostra buona vita.

Di Andrea Antinori