mercoledì 4 marzo 2009

No alle centrali nucleari



Iniziamo a parlare di centrali nucleari ed approfondire ciò che non viene detto.

Da una segnalazione dell'amico Lucio, troviamo su "blogeko":

Oltre a tutti gli altri, l’energia nucleare presenta un grosso problema. Lo sproposito di acqua necessaria per il funzionamento delle centrali.
L’Union of Concerned Scientists ha anche pubblicato un’equazione che consente di calcolare di quanta acqua ha bisogno una centrale nucleare per il solo raffreddamento.
Se ne deduce che un impianto da 1000 Megawatt (Caorso era da 830 Megawatt) richiederebbe per il raffreddamento quasi un terzo dell’acqua che scorre nel Po a Torino.
La lettera al Corriere della Sera è firmata da Daniele Biagi. I brani secondo me più significativi.
“Forse non tutti i parlamentari sanno che l’elettricità prodotta da una centrale nucleare non viene generata direttamente dalla reazione atomica ma da una convenzionale turbina a vapore“.
“La fissione del materiale radioattivo produce un aumento della temperatura nel cuore della centrale, questa energia sotto forma di calore viene sfruttata per innalzare la temperatura di un’enorme quantità d’acqua, il vapore generato aziona delle turbine capaci di produrre energia elettrica”.
“L’acqua è spesso usata anche come moderatore per evitare che il nucleo raggiunga temperature troppo elevate”.
La lettera cita poi dati ufficiali della Environment Agency inglese a proposito dei “6.637.306 metri cubi d’acqua all’anno usati da un singolo impianto”. Si tratta dell’acqua che la centrale nucleare di Sellafield, ora in disarmo, era autorizzata a prelevare da un vicino lago.
Considera poi la situazione della Francia nucleare, molto più ricca di acqua rispetto all’Italia ma che “ha dovuto più volte rallentare la produzione di energia elettrica delle proprie centrali per mancanza d’acqua!”.
Ancora: “Stime indicano che in Francia il 40% di tutta l’acqua consumata è usata nelle centrali atomiche“. Lo dice Jeremy Rifkin in un’intervista al blog di Beppe Grillo del giugno scorso. Vi si accenna anche ai problemi avuto dalle centrali durante la caldissima e secca estate del 2003.
E infine, l’equazione. L’Union of Concerned Scientist degli Stati Uniti ha pubblicato un dossier intitolato Got Water? sulle necessità di acqua per i soli impianti di raffreddamento delle centrali nucleari e sui connessi problemi di sicurezza.
Il dossier spiega anche come si calcola l’acqua necessaria a raffreddare il reattore: non quella che serve per produrre vapore ed energia elettrica.
L’esempio è riferito ad un reattore in grado di generare 1000 Megawatt, e all’acqua presa da un fiume - o da un lago, o dal mare - e ad esso resa riscaldata.
Ebbene, servono 2.596.792 metri cubi di acqua al giorno. Cioè 108.199 metri cubi d’acqua all’ora, 1.803 metri cubi d’acqua al minuto, 30,05 metri cubi di acqua al secondo. Quasi un terzo della portata del Po a Torino, appunto.
La lettera al Corriere della Sera, quanta acqua usano le centrali nucleari
Da English Wikipedia la centrale nucleare di Sellafield e il suo consumo d’acqua
L’intervista di Jeremy Rifkin al blog di Beppe Grillo, il 40% dell’acqua consumata in Francia serve per le centrali nucleari
Il dossier Got Water? dell’Union of Concerned Scientist sul fabbisogno di acqua per il raffreddamento delle centrali nucleari
La portata media del Po a Torino secondo il Comune
Leggi: Energia a buon mercato? Non c’è nucleare che tenga
Leggi: L’energia nucleare non conviene e non risolve i problemi dell’Italia
Foto: Flickr

Inoltre spiega Rubbia:
una centrale costa 4-5 miliardi di euro. Ci vogliono 40-50 anni perchè un investitore privato ci guadagni.
Poi, aggiungo io, se paga lo Stato è un altro discorso. Però lo Stato prende dalle nostre tasche. E la convenienza della bolletta più leggera non fatemi dire dove va a finire.
E un’altra cosa afferma Rubbia. Per costruire una centrale nucleare ci vogliono 5-6 anni, in Italia facciamo pure 10.
Incontro alla crisi energetica, faccio notare, stiamo andando ora. Bisogna affidarsi a tecnologie rapide, non c’è tempo di aspettare.
E un’altra cosa dobbiamo toglierci dalla testa. Che eolico, solare e-o nucleare possano darci tutta l’energia a buon mercato che siamo abituati ad usare.
Dovremo tutti cambiare stile di vita. C’è poco da fare o da dire.
Carlo Rubbia

2 commenti:

  1. In un contesto energetico forte ed efficiente non ci si può concentrare su un uncia fonte (come ad esempio il metano in Italia) per produrre energia elettrica. Ma è necessario diversificare per avere possibilità di essere più flessibili. Come giustamente fa notare il prof.Rubbia l'Italia entra in una crisi ora senza essersi preparata prima. Quindi anche investire sul nucleare è una scelta corretta. Meglio tardi che mai. Per ciò che riguarda i 'consumi di acqua' occorre ricordare che: non tutta l'acqua indicata è consumata, invero l'acqua, come ogni altra cosa nell'universo, non si consuma, ma si trasforma. In ogni caso una parte di acqua sarà impiegata nelle torri evaporative, quindi verrà restituita all'almbiente sotto forma di vapore acqueo. Una parte come acqua di raffreddamento non contaminata e quindi verrà reimmessa nel corso d'acqua da cui proviene, con una temperatura superiore di quanto consentito per il corretto equilibrio biologico del corso d'acqua (se si usasse meno acqua questa si scalderebbe maggiormente e quindi verrebbe restituita troppo calda per poter permettere all'ecositsema acquatico di non essere perturbato). Infine c'è l'acqua dei circuiti di raffreddamento primari che circola in ciclo chiuso: vengono flusasti i circuiti durante il commissioning dell'impianto e poi l'acqua circola in continuazione al loro interno, fatta eccezione per eventuali reintegri minori.
    Matteo

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  2. Gentile Matteo, per conoscere meglio la posizione di Legambiente nei confronti del nucleare ti consiglio di visitare il sito nazionale di Legambiente: www.legambiente.eu Così potrai leggere le numerose motivazioni per dire no al nucleare. L'articolo che tu hai commentato è già superato da tante altre informazioni, inoltre il problema dell'uso dell'acqua lo riteniamo marginale di fronte al problema dello smaltimento delle scorie e degli altissimi costi sia per la realizzazione che per la gestione, infatti il calcolo del costo al Kilowattora prodotto dall'uranio, determinerebbe solo per questa ragione scelte ben diverse.
    Grazie e alla prossima,
    Gianni Conte

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