venerdì 13 febbraio 2009

Cementificazione e paesaggio

Da un assiduo lettore riceviamo e pubblichiamo, con l'invito a contribuire all'idea di una mostra fotografica che legga il nostro paesaggio in chiave "ironica" come ci suggerisce il nostro amico.

Gent.mo Gianni Conte, leggo sempre le news e complimenti per le molteplici iniziative.
Ho letto sul giornale della denuncia presentata da Rifondazione Comunista alla Procura della Repubblica sulle recenti 'ristrutturazioni' ipertrofiche entro la cinta urbana storica della città di Fermo, come quello di porta S.Antonio. L'altro è il palazzaccio emerso dalla demolizione dell'ex cinema Nuovo che è lievitato fuor misura. Le devastazioni urbanistiche stanno devastando il territorio. Sono vulnus che testimonieranno alle future generazioni gli appetiti e la rozza incultura di pochi a danno di tutti. La cementificazione del territorio, visibile sia nella prospiciente montagnola che a Campiglione che a Porto Sant'Elpidio, vero far West che divora campi dimore di incantevoli dimore patrizie, sta sfigurando indelebilmente il nostro paesaggio. Dov'è finito il nostro diritto al paesaggio?A sant'Elpidio a Mare prima del cimitero hanno lasciato erigere una casa al di là del muretto e storico parapetto sul panorama fermano: un pugno allo stomaco. Si potrebbe continuare all'infinito. Intanto una piccola cosa: perché non obbligare chi costruisce o ristruttura nel centro storico di usare esternamente il mattone 'cotto' secondo l'uso nelle nostre zone, come ad Assisi è obbligatorio usare la pietra di montagna? Ogni volta che guardo la chiesa parrocchiale di S. Michele Arcangelo di Monturano, ad esempio ma molti monumenti consimili abbiamo, resto stupefatto della bellezza del mattone, così caldo e stuccato così bene (non col cemento!) che si integra stupendamente bene nel paesaggio urbano. Altra questione nodale che riguarda il futuro del nostro territorio. Perché si parla di 'Mare-Monti' e mai di 'metropolitana di superficie' per il servizio viario da porto sant'elpidio ad Amandola? So per esperienza che dove arriva l'asfalto, a breve si sbanca e costruisce a destra e a manca. Mi chiedo: se la nostra vocazione è la ricca storia, i manufatti (mura castellane, palazzi, musei, chiese, organi ecc.), il paesaggio, la qualità dell'aria, e tutti questi andiamo a deturpare, perché mai un turista dovrà venire da noi a vedere il degrado urbanistico che trova nelle metropoli, dove almeno qualche costruzione con architetture più moderne e gradevoli esiste? Non possiamo arrenderci, allora perché non proporre provocatoriamente ad esempio ai soci interessati e magari coinvolgendo altre associazioni ambientaliste presenti sul territorio, di fare una mostra ironica sulle 'bellezze naturalistiche del fermano' con foto digitali fatte da noi con l'occhio del visitatore e del cittadino comune, per metterle in mostra cartacea o sul web, che documentino i saccheggi? Può essere un'idea per cambiare la cultura predatoria che sta alla base di tanti deplorevoli comportamenti anti ambientali.
Grazie per l'attenzione,
Ugo Gironacci

1 commento:

  1. Sono d'accordo su TUTTO ciò che ha scritto l'amico Ugo e penso che noi possiamo fare tantissime cose. Elenco le prime due che, seppure non sono le unche per importanza, restano tuttavia elementi cardine. La questione è: chi rappresenta in politica le nostre istanze? Per rispondere a questa domanda credo che oltre all'impegno di tutti noi cittadini, comitati e associazioni, ci sia da
    1. confermare esperienze importantissime, come quella di Massimo Rossi nella provincia di Ascoli Piceno e
    2. (ma è molto più difficile) trovare qualcuno che possa difendere questa esperienza anche nella nuova provincia di Fermo. Chi?...

    Montag

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