giovedì 5 febbraio 2009

Centrale a biomasse a Fermo, diamo voce a una proposta


Da un lettore riceviamo una proposta interessante:


Quello che PROPONGO oggi agli amministratori politici, è di fare quello che alcuni loro colleghi in Toscana e/o in Liguria, per altro di maggioranze politiche dello stesso orientamento di quelle del nostro Parlamento Regionale, hanno fatto già quasi un anno fa, per poter fronteggiare problematiche del tutto simili a quelle che ci troviamo ad affrontare qui da noi (Centrali a biomasse a Jesi e Fermo n.d.r.).

Propongo cioè, di presentare e cercare di far votare al Consiglio Regionale, una mozione del tipo di quelle proposte in Liguria e Toscana sulle centrali a biomasse.

Allego alla presente, la documentazione che può essere utile alla comprensione ed eventuale realizzazione della mia proposta.

In particolare, in allegato potete trovare:

CASO TOSCANA
1) Regione Toscana: Moratoria Impianti ad Olio di Palma_Testo integrale della Mozione, da http://www.ecquologia.it/cms/images/stories/energia/moz447-crt27022008.pdf (file: Moratoria Toscana_Testo integrale.pdf)
2) Regione Toscana: Moratoria Olio di Palma_ Approvazione all’unanimità del 17 Marzo 2008, da www.consiglio.regione.toscana.it (file: Moratoria Olio di Palma Regione Toscana_ 17 Marzo 2008.pdf)

CASO LIGURIA
3) Regione Liguria: Solo biomasse provenienti entro 200 km, Delibera Giunta Regionale N.183 del 26/02/2008,da www.energoclub.it (file: Moratoria Biomasse filiera lunga Regione Liguria.pdf)
4) Regione Liguria: Deliberazione della Giunta Regionale N.183 del 26/02/2008. Indirizzi e criteri per la valorizzazione energetica delle biomasse. Norme Tecniche per la VIA ex l.r. N.39/98 (file: Moratoria Liguria_Testo Integrale pag.1748.pdf)

La normativa ligure è assai importante per definire parametri stringenti e vincolanti per la Valutazione di Impatto Ambientale. Fra essi, un limite alla provenienza delle biomasse(non oltre 200 KW) superato il quale diventa energeticamente, ambientalmente ed economicamente assurdo e sconveniente proporre quelle tipologie di centrali. Ma non solo. E' indicata una serie di requisiti tecnici legati alla sostenibilità, alla efficienza energetica, alla opportunità di realizzazione, al bilancio energetico complessivo. Per superare la VIA, insomma, gli impianti proposti, oltre a rispettare le normative nazionali, dovranno soddisfare tutta una serie di caratteristiche, a volte molto più stringenti di quelle nazionali, al fine di avere veramente soltanto centrali che soddisfino i reali fabbisogni dei cittadini, siano realmente operazioni produttive e non siano solo un pretesto per accaparrarsi una marea di soldi pubblici, senza lasciare niente al territorio ed alla economia locale.
La mozione TOSCANA risulta, invece, più di carattere politico in quanto la moratoria approvata deriva da una esigenza specifica. Infatti essa nasce dalla proposta di una centrale ad olio di palma, similare a quelle proposte da Sadam, fatta a Piombino e dal dibattito che tale proposta ha portato all'interno dei singoli schieramenti e dei singoli partiti. Il documento che ne deriva, votato per altro all'unanimità dal Consiglio Regionale della Toscana, risulta quindi molto completo dato che, oltre ad una moratoria sulle centrali a oli vegetali da filiera lunga, prevede:
- la promozione presso il Governo Centrale di operazioni che disincetivino l'insediamento di quelle tipologie di impianti;
- di limitare il danno che essi provocano alle foreste pluviali di Indonesia, Malesya e paesi del terzo mondo, riconoscendo quindi all'uso di oli vegetali da filiera lunga gravi conseguenze anche a livello globale (aumento effetto serra, carestia, sfruttamento delle popolazioni locali, perdita di biodiversità, ecc....)
- l'applicazione della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) per impianti a biomasse da filiera non corta, così come previsto dalla direttiva europea n. 42/2001/CE e come già recepito anche da altre regioni italiane.

Di fatto, la VAS proposta e resa obbligatoria in Toscana, introdurrà tutti quei requisiti tecnico-amministrativi presenti nella mozione ligure, e quindi, anche se la via seguita è, ripeto, più di carattere politico ed in alcuni punti è specifica per le centrali a olio di palma, raggiunge di fatto gli stessi risultati. Ricordo che la risoluzione votata dal Parlamento Europeo il 17 dicembre 2008, di fatto renderà fuori dalle fonti rinnovabili, e quindi non più incentivabile, l'utilizzo di biodiesel e bioliquidi (quindi anche oli vegetali) come impostati nei piani Eridania, per cui approvare tali mozioni oggi vorrebbe dire evitare che fra due anni, sempre che ex Sadam riesca nei suoi intenti, coloro che saranno occupati presso tali impianti si trovino nuovamente senza posto di lavoro.

Nulla vieta di fare una sintesi fra le due mozioni ligure e toscana e di capire, insieme ai nostri amministratori politici, quale sarebbe la strada più opportuna e proficua per raggiungere un risultato sul quale, penso che su questo non abbiamo dubbi, tutti concordiamo.

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